ControTempo

ELOGIO DEL LOW PROFILE

Era il 1987 e un modesto ricercatore universitario sale alla ribalta per aver fatto piangere in diretta al Maurizio Costanzo Show una professoressa dandogli della "stronza". Precedentemente un ex giocatore d'azzardo romano, era 1980, debutta in una trasmissione televisiva come anchorman, mettendo in contrapposizione ed aizzando due tribune che invisibilmente arrivano a scambiarsi insulti in romanesco.
Si passa così dalla paleotelevisione alla neotelevisione, dalla televisione pedagogica, culturale e dotta, ad una televisione volgare ed ignorante. E così nel passaggio dal funarismo allo sgarbismo, si capisce come l'audience sia la chiave di tutto, come sia possibile inventare la televisione commerciale che sposta definitivamente l'asse sul valore degli ascolti come drive per il successo.
Gli ani '80 dunque segnano anche il passaggio dal una comunicazione istituzionalizzata, colta, riservata a coloro che posseggono conoscenze consistenti ed autorevoli, ad una comunicazione "democratizzata", dove la parola usata è quella posseduta, quella di normale utilizzo quotidiano. Una comunicazione che tempo di sarebbe connotata come "volgare", cioè proveniente dal volgo o popolo.
La voce del popolo inizia ad amplificarsi subito dopo il 6 agosto 1991, giorno in cui l'informatico inglese Tim Berners-Lee pubblicò il primo sito web. Il WWW (World Wide Web) diviene la più grande e generativa invenzione del secolo che di li a poco ribalterà completamente il nostro modo di vivere.
Ma è con lo smartphone e l'avvento dei social network che il linguaggio volgare si afferma definitivamente e consente a milioni di persone di affermare definitivamente al proprio visione del mondo. Il proprio pensiero, una propria presenza finalmente fuori dall'anonimato.
Qualcuno inizia a capire che i social network possono essere la chiave di un marketing digitale politico e che l'integrazione con la comunicazione visiva e televisiva possiede caratteristiche dirompenti per l'acquisizione del consenso politico. Il precursore di questa commistione è senza dubbio Barack Obama. La campagna elettorale del 2008 ha cambiato definitivamente l'utilizzo del web e delle tecnologie con risultati che non sono poi passati inosservati.
Nel frattempo, propri dagli USA, parte la crisi economica più devastante del mondo occidentale dopo quella del 1929. Le ripercussioni sono globalizzate e milioni di persone perdono il loro posto di lavoro, la loro casa, la loro dignità. Un'intera classe, quella piccolo borghese di una volta, viene interamente spazzata via e i ceti più popolari non riescono più a vivere dignitosamente. Da qui parte la rabbia, profonda e devastante. Da qui partono le grida di doloro che non hanno e non vedono più futuro.
Il funarismo e lo sgarbismo si spostano sui social e qualcuno, attraverso lo sfanculamento, inizia a raccogliere questa rabbia, a farla diventare omogenea ed incanalata dentro una rivendicazione politica, portandosi dietro la convinzione che tutto il mondo è manipolato. Qualcun altro invece capisce che l'applicazione e la celebrazione continua di un fenomeno classico della psicologia sociale dell'approccio antropologico, cioè quello della ricerca di un capro espiatorio, che può essere produttivo. Può aumentare l'indice degli ascolti e dei consensi l'indicare l'avvento di un'orda nera, di un pericolo immanente per la cultura, la scuola, le famiglie e la sicurezza sociale.
Tutto viene gridato e urlato. Un bombardamento continuo e sinergizzato tra televisione e social, con una regia scaltra e sapientemente deviata. Ed è così che le altre voci, quelle che non sono disposte ad urlare e che non sono abituate a sgomitare, quelle che provano a mettere nel dibattito contenuti e competenze, quelle pensano che le conoscenze siano importanti più delle credenze e delle favole metropolitane, vengono messe in minoranza o fatte tacere.
Ora il frastuono mediatico sembra cessato, appare ridimensionato e non alimentato strumentalmente. Ora pare sia venuto il momento del lavoro silenzioso, dei pochi proclami e della fine di un bombardamento incolto e generatore di odio.
Ora e tempo di stare in silenzio ed ascoltare tutti coloro che non hanno avuto voce, che sono stati silenziati. Ora è il tempo del low profile, del parlare poco e lavorare molto, della serietà dei comportamenti e dei risultati tangibili. Appunto i low profile!

Zeitgeist:

la tempesta perfetta

Zeit·geist ' Pronuncia: "zait-gaist":Spirito del tempo, spesso reso in tedesco come Zeitgeist, è un'espressione adottata nella storiografia filosofica otto-novecentesca, per indicare la tendenza culturale predominante in una determinata epoca (https://it.wikipedia.org/wiki/Spirito_del_tempo).

Ho appreso questo concetto dal Professore, Umberto Eco, che lo propose a proposito dell'imbecillità del popolo di internet in generale e dei social in particolare.

Disse, letteralmente, : " Se non vuoi far parte della legione di imbecilli che pubblicano qualsiasi cosa, fai come Sant' Agostino, compara e valuta altrimenti entrerai a far parte della legione dei nuovi scemi del villaggio!!".

Sant'Agostino? E' la prima domanda che mi sono posto. Poi la seconda: ma se uno è uno scemo del villaggio penserà che Agostino è il santo patrono del mese di agosto?

Assistiamo sempre di più ad un uso demenziale delle informazioni, ad uno distorsione che, quando va bene, è frutto della mediocrità e della stupidità e, sempre di più invece, è strumentale, mossa dalla mala fede e dalla disonestà intellettuale.

L'onda più potente in assoluto proviene dalla teoria cosmogonica del complotto. Forze occulte, per lo più nascoste in un Gotha immaginario, tramano contro l'umanità e persino Dio non viene risparmiato come erogatore di punizione divina per noi, empi, che ci siamo astenuti nel voto sulla Città Vecchia di Gerusalemme all'Unesco.

E' un onda lunga, che attraversa internet con un velocità impressionante, mai conosciuta nella storia dell'uomo. Tutto inizia con una affermazione o una constatazione, il più delle volte per sentito dire, orecchiata, ricondizionata secondo i dettami del "qualcuno mi nasconde qualcosa e io non mi faccio fregare da nessuno". La cerchia delle amicizie ci crede, la condivide, la replica all'infinito e quella che era una semplice riflessione o deduzione diventa verità assoluta. Accade così che un geologo che ha studiato per una vita, che si è iperspecializzato sullo studio della terra ed i terremoti dica bugie, mentre loro, quelli che invece detengono la verità assoluta, che hanno amplificato un'onda gigantesca, dicono il vero,anzi, tutto è strumentalizzato per favorire il governo di turno!

Comparare e valutare....troppa fatica, troppo tempo da dedicare allo studio, alla comprensione, all'accertamento sulle fonti caro Sant'Agostino. Accade così che un piccolo movimento di acqua si trasforma in una tempesta perfetta, contro qualcosa e contro qualcuno, e il popolo della legione di imbecilli crea un'altra realtà, un altro mondo parallelo in cui ha bisogno di credere. Ogni giorno corriamo il rischio di una tempesta perfetta sapendo che Sant'Agostino non può aiutare gli imbecilli!


Tu presti fede a quel che senti dire. Ma dovresti credere a quanto non vien detto: il silenzio dell'uomo si accosta alla verità più della sua parola.

                                                         Kahlil Gibran

 

ControTempo

"Il controtempo (o contrattempo) è un contrasto ritmico prodotto dall'alternarsi di pausa sul tempo forte e nota sul punto debole. Nel controtempo il suono inizia sul tempo debole e viene successivamente troncato da un silenzio (pausa musicale). Questo particolare effetto si può avere sia nei tempi semplici che in quelli composti". 

Così , nella teoria musicale, vien definito un andamento che quando è ripetuto nel tempo, determina un certa forma di asincronia, cioè di uno spostamento dalla simultaneità e, quindi, dal ritmo, dallo "stare sul tempo".

Cosi , quando arriva una telefonata e rispondiamo, è possibile dire che siamo sincroni mentre invece quando rispondiamo ad un sms o ad una mail dopo un certo lasso di tempo è possibile dire che siamo asincroni, cioè non siamo sul tempo, siamo fuori tempo. E tanto più al risposta di dilatata e tanto più siamo controtempo.

Una pausa sul tempo forte dunque, quel tempo che ti incalza e ti spinge ad essere "on time", con un aumento vertiginoso della frequenza dettata dalla accelerazione progressiva degli scambi relazionali, alimentati e sostenuti dall' iperbole incredibile dei social network, degli smartphone e dei tablet.

Il controtempo diviene dunque un modo per andare in pausa, per riflettere, e apparentemente ci fa essere asincroni ma che in realtà segna l'esserci attraverso il silenzio.

E se il silenzio divenisse una scelta consapevole? Secondo Heidegger il silenzio è primariamente propedeutico alla comprensione. Ma alla comprensione di che o di chi?

La comprensione di quello che ci circonda, del mondo fatto di cose e persone, delle "chiacchiere elettroniche" che sono ormai parte di noi. La comprensione però richiede anche capacità di ascolto, quindi una apertura fuori da noi che intende comprendere e capire. Il punto è che nei processi di comunicazione, di relazione le cose funzionano se tutti i soggetti sono capaci di andare in pausa, di stare in silenzio ad ascoltare.

Il che non vuol dire passività ma una modo di essere presenti e di esserci, più profondo e che richiede una asiconronia dal ritmo, un controtempo consapevole.

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